giovedì 2 dicembre 2010

Neve: haiku




Ho una grande fortuna con gli amici. 
Ho amici straordinari e tutti mi dannno qualcosa. 
Non solo affetto, lo scambio prezioso di confidenze, il ridere insieme, ma anche letture che non avevo fatto, il piacere di scrivere e di inventare storie, musica che non conoscevo, ricette di cucina, poesie che ignoravo. 
Un'amica mi ha regalato gli haiku.

Dalla terrazza
Haiku è una parola per definire un componimento poetico nato in Giappone, composto da tre versi caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque sillabe: 
direbbero i dizionari.

Haiku è una poesia che esprime stati d'animo in maniera fulminante, intensa:  la brevità, la sintesi, l'assenza di nessi, di legami tra i versi lasciano spazio ai propri sentimenti, alle proprie emozioni.

Stamani mi sono svegliata per il silenzio e l'improvviso chiarore dalle finestre che accompagna le nevicate notturne. 
Sono andata a vedere: sì, c'era la neve e tanta. 
La prima sensazione è stata di gioia allo stato puro.
Poi sarebbe venuto il fastidio, la fatica di uscire, il traffico rallentato, i marciapiedi scivolosi, le piante del giardino bruciate dal gelo.

Ma all'inizio ho pensato: qui ci vorrebbe un haiku per fermare questo momento, questo istante di puro piacere.
La mia amica ne avrebbe scritto uno, subito, di getto.
Io li sono andata a cercare:

Ero soltanto
ero.
Cadeva la neve.
(Kubayoshi Issa)

Non c'è nulla.
I campi e i monti
rubati dalla neve
(Joso Naito)

Inverno desolato
nel mondo di un solo colore
il suono del vento
(Chiyo- jo)




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