lunedì 8 novembre 2010

Bruxelles


Ogni volta che torno mi stupisco di come può essere affascinate questa città. 
Sì, proprio Bruxelles.
Ancora ieri – e non è la prima volta – sentivo, in aereo, i commenti di due italiani  "Che città grigia! Che città noiosa ! Noi che abitiamo a Roma...e il sole...e i monumenti...e l'arte.. ". 
E basta !

Invece no, Bruxelles è come quelle donne - perchè la penso al femminile – che non sono belle, o meglio, che pensano di non essere belle e che, proprio per questo, rivelano per chi ha l'intelligenza e la pazienza di svelarle uno charme sottile, raffinato, meno esplicito, ma infinitamente più ammaliante.
Il pudore, la ritrosia e il bisogno di farsi scoprire poco a poco, la rendono più affascinate delle città dalla bellezza fragorosa, quelle che subito si offrono sfrontatamente all'ammirazione, tanto sono sicure di sé.



Bisogna passeggiare, lasciarsi andare, lasciarsi prendere dolcemente per trovarne i tanti incanti: non solo la Grand Place ma i quartieri "art nouveau", i parchi, le piccole case di mattoni rossi, i bistrot, i tavolini all'aperto, le piazze con le panchine, i mercatini, le "brocantes", i giardini nascosti dei palazzi del centro ...
E l'atmosfera, la convivialità, la birra ....
Altro che la città stupida e torpida del giudizio, o meglio, del pregiudizio sommario di Charles Baudelaire, "esiliato" a Bruxelles, che ha prodotto tutte le barzellette francesi sui Belgi, le stesse che noi riferiamo ai carabinieri!

Bisogna capirne il sottile surrealismo della vita quotidiana.
Quale altra città al mondo sceglierebbe come simbolo un bambino che fa pipi (e in più abbigliato con costumini sontuosamente ridicoli) o un atomo ingrandito miliardi di volte? 
È come Magritte che si divertiva alle spalle degli altri a celarsi sotto l'aspetto di un borghese, grigio e conformista. E occorre indagare davvero poco per trovare sotto la superficie una città spiritosa, viva, scintillante, magnifica.

Peccato per chi non la scopre, peccato per chi non la sa amare.
E allora, parafrasando Marcel Proust: "Lasciamo le città belle agli uomini senza fantasia!" 
A me piace immaginare, a me piace sognare, a me piace Bruxelles.



Jacques Brel, Bruxelles :

3 commenti:

  1. Oh sì! Piace tanto anche a me la tua città e per i tuoi stessi motivi. E poi fa parte davvero della mia personalissima geografia sentimentale: tanti i sentieri di amici e persone care che vi si sono intrecciati. Tornarci è ogni volta un'esperienza soprattutto all'insegna della tenerezza.
    E ora non vedo l'ora di ritrovarla! Insieme a te!

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  2. Io sono stata a Bruxelles solo una volta: la città mi é sembrata bella. Ma piove sempre ?
    Sara

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  3. Cara Grazie, eccomi come visitatrice, in punta di piedi, nel tuo blog. E questa tua descrizione di Bruxelles mi ha molto incuriosito. Anch'io vittima del luogo comune che: "Bruxelles non attira", anche se, a dire il vero, non ho mai visto molto, oltre la Gran Place e la sede centrale di una grande multinazionale locale...
    Tornerò a trovarti e, a proposito, se torni dalla mie "blog-parti", guardati il post sul Belgio, mi piacerebbe un tuo commento.
    Bye&besos

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